1° OPEN DAY PADEL
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L’ARAC (Associazione Ricreativa Addetti Comunali) ha organizzato assieme al SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) di Trieste un pomeriggio dedicato al PADEL.
La giornata, grazie all’istruttore ARAC, è stata incentrata all’avvicinamento di questo nuovo sport con racchette che si gioca sempre su un campo chiuso. È un incrocio tra il tennis e lo squash, dove la palla può rimbalzare su una parete di vetro o sulla rete metallica che circonda il campo.
Un pomeriggio spensierato che ha unito le famiglie degli addetti comunali e dei poliziotti giunti con entusiasmo presso la bellissima location della polisportiva Opicina con la quale verrà attivata una interessante convenzione per gli amanti di questa disciplina
SENTENZA CASO MERAN, TAMARO (SAP TRIESTE): NESSUNA GIUSTIZIA PER ROTTA E DEMENEGO
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Nella giornata di ieri, la Corte di Cassazione si è espressa sul caso di Alejandro Stephan Meran, il 33enne dominicano che il 4 aprile 2019 uccise i due colleghi, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, in Questura a Trieste, confermando la sentenza di assoluzione.
Il Segreterio Provinciale SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, con un comunicato, ha voluto esprimere il proprio disprezzo verso questa sentenza, di cui riportiamo alcuni punti fondamentali: «Dopo il responso della Cassazione sul caso Meran è evidente che il sistema Giustizia è da rivedere. Un pensiero questo, da noi espresso già nell’immediatezza dei fatti, consapevoli del fatto che un giudizio come questo sarebbe potuto arrivare con l’attuale sistema giudiziario. Le immagini parlano chiaro, l’omicida di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego ha agito con freddezza, lucidità e determinazione. La sensazione più diffusa, acclarata e frustrante è che questa Giustizia sempre più “giustifica” gli autori di tali reati, piuttosto che tutelarne le vittime. Gli operatori di Polizia si confrontano con situazioni simili a quella di Trieste del 4 ottobre 2019 ogni giorno; situazioni di assoluta tranquillità che in un attimo possono degenerare e tramutarsi in tragedie. C’è consapevolezza da parte dei poliziotti di quali siano i rischi a cui si può andare incontro con la nostra professione. Una consapevolezza che però non diventa paura di rimanere feriti o essere uccisi, ma il fatto che la mancanza di effettività della pena svilisca il lavoro fatto».
Infine conclude il Segretario: «C’è bisogno di più chiarezza anche da parte delle istituzioni. Bisogna saper distinguere chi sta dalla parte della legalità e chi no, attribuendo le giuste responsabilità».
TAMARO (SAP TRIESTE): SERVE MAGGIORE CULTURA DEL RISPETTO PER CHI RAPPRESENTA LO STATO
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Il Segretario provinciale del SAP Trieste, Lorenzo Tamaro, ha ribadito le proposte del SAP inerenti le garanzie funzionali, i protocolli operativi nella gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni come il limite indicativo di due metri tra forze dell’ordine e manifestanti, le body-cam sulle divise, le telecamere sulle auto di servizio e in tutti gli uffici. Il SAP si dice invece fortemente contrario agli identificativi alfanumerici, definiti “desueti e superati” oltre ad esporre “l’operatore a denunce di comportamenti che poi si dimostreranno falsi”.
TAMARO (SAP TRIESTE): FORZE DELL’ORDINE NON HANNO COLORE POLITICO, NON STRUMENTALIZZARE QUANTO AVVENUTO A FIRENZE E PISA
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«Da ottobre a oggi abbiamo avuto 1.023 manifestazioni legate alla crisi mediorientale, quelle che sono degenerate, in cui ci sono stati degli scontri hanno una percentuale residuale del 3%. L’utilizzo dei manganelli è sempre un fallimento, non solo con i ragazzi, ma se i giovani ricorrono all’utilizzo della violenza e il diritto al contravvenire alle regole per portare avanti le proprie idee, allora significa che c’è qualcosa di rivedere in questo tipo di educazione». Ad affermarlo è Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale del SAP di Trieste, sottolineando che «ci sono situazioni purtroppo dove lo scontro fisico, a lungo cercato da taluni pseudo manifestanti e mediato dalle autorità di P.S. diventa inevitabile. Quando le condotte degenerano è chiaro che ci sia un’opposizione legittima da parte delle forze dell’ordine. Situazioni queste che le forze di polizia non vogliono mai, che determinano ogni giorno molti feriti nelle proprie file».
«Ci sono delle regole – ha aggiunto Tamaro – delle leggi da osservare in ordine pubblico, che spesso vengono disattese e volutamente violate dai manifestanti. La libertà di espressione significa violare la legge? Si può giustificare la violazione delle leggi? In un Paese civile normato da leggi la democrazia passa per il rispetto delle regole, altrimenti è anarchia. Non è sinonimo di autoritarismo ma di autorevolezza di uno Stato il rispetto delle leggi e di chi rappresenta lo Stato, chi ad esempio indossa una divisa a difesa dello Stato stesso. Le forze dell’ordine non hanno colore politico e sono al servizio di tutti i cittadini, ma non per questo devono essere vittime sacrificali e sacrificabili da chi compie atti fuori dalla legge. Chi strumentalizza quanto accaduto a Firenze e Pisa, dove la manifestazione non era autorizzata, lo fa a fini politici».