Nel 2015 circa 6 mila poliziotti sono rimasti feriti o finiti in ospedale nell’adempimento del proprio dovere, ben 15 mila tra tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, un dato questo che è in costante aumento.

Si tratta di colleghi che spesso agiscono anche liberi dal sevizio, come lo è stato per l’ispettore di polizia intervenuta l’altra notte senza esitazione a Trieste e poi brutalmente aggredita e malmenata; gesto questo che ha determinato all’aggressore un arresto da “scontare” presso il proprio domicilio.

Ancora una volta la riprova che fare il poliziotto non è un lavoro qualsiasi, ma una professione che opera a 360 gradi 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale.

Una professione unica e non paragonabile ad altre, che lo Stato italiano prevede con una legge “ad hoc” proprio per la sua “specificità”.

Alla collega che ha subito l’altra notte questa grave violenza, va tutta la solidarietà e vicinanza del SAP che le augura una pronta e completa guarigione.

Alle istituzioni invece va ancora rivolto l’appello che a simili atti seguano pene adeguate e soprattutto che vi sia la “certezza della pena”, ma anche che si riconosca economicamente, (ora che si discuterà del rinnovo del contratto scaduto nel 2009 e illegittimamente bloccato, così come sentenziato dalla Corte Costituzionale) in maniera adeguata il valore sociale della professione poliziotto.