Non ci sorprende per nulla che il terrorista responsabile dell’attentato alla metropolitana di Londra sia arrivato in Europa passando per Trieste.

E proprio per questo motivo che da tempo invochiamo più attenzione per le nostre zone confinarie, ritenendo un pericolo reale anche e soprattutto  la “rotta balcanica” mai interrotta e sempre attiva.

Quello che ci preoccupa non sono tanto le statistiche dei rintracci di passaggi per le nostre “permeabili” frontiere dell’Altipiano carsico, ma i numeri non conosciuti dei “transiti” che sono riusciti ad eludere i controlli, che inevitabilmente non possono essere così capillari.

Anche in occasione della “presunta e dichiarata” chiusura dei confini e della sospenzione del trattato di Schengen in occasione del recente G7 di Taormina, il SAP aveva denunciato la mancanza di un dispositivo di sicurezza adeguato.

La stessa “Amministrazione” aveva a quel tempo “ammesso” di non poter garantire con le risorse a disposizione un controllo capillare e la chiusura effettiva di quelli che un tempo erano valichi confinari.

Oggi, con la notizia del passaggio del terrorista per Trieste, si ha la conferma che anche la nostra città merità la massima attenzione sul piano della sicurezza: il SAP la invoca da tempo.

Quindi non solo criminalità, non solo immigrazione, ma anche terrorismo sono i temi che interessano Trieste sul tema riguardante la sicurezza.

Ciò dovrebbe far riflettere maggiormente il Governo a correre ai ripari e dare quel segnale, tanto atteso ed invocato dal SAP da anni, di un’inversione di tendenza che porti a nuovi arruolamenti, importanti nei numeri, per fare arrivare un necessario quanto mai indispensabile rinnovamento con forze “giovani” e poter affrontare in modo serio e reale le sfide dei nostri giorni.