Dopo le numerose, anche pubbliche, richieste del SAP, sono arrivate alla Polizia di Frontiera Terrestre di Trieste due“Jeep Renegade”.

Una buona notizia!

Sicuramente non la soluzione definitiva, per un parco macchine inadeguato e ancora insufficiente per il territorio e la tipologia di servizio che la Polizia di Frontiera oggi è chiamata a svolgere per contrastare la “Rotta Balcanica”, ma sicuramente una controtendenza e un buon segnale di attenzione per quello che sta succedendo su questo territorio.

Un piccolo passo, che auspichiamo sia solo il primo, di una serie di interventi per poter contrastare al meglio e in modo efficace l’immigrazione clandestina che con la “Rotta Balcanica” mette Trieste al centro di questa problematica.

Il SAP ora si attende che segua anche un rinforzo di personale della Polizia di Frontiera che oggi conta di un organico decimato nel tempo da politiche passate, sbagliate, che prevedevano solo chiusure e “razionalizzazioni” incuranti delle necessità di questo territorio.

La Polizia di Frontiera, dopo “l’apertura dei confini” nel 2007, prevedeva una pianta organica composta da circa 120 unità, ma già nel 2015 si era ridotta a 110 operatori di Polizia di Frontiera.

Oggi sono rimasti solo 98 i poliziotti a “fronteggiare” un fenomeno che negli ultimi tempi ha visto quasi quintuplicati gli ingressi clandestini dalla vicina Slovenia.

Va dato atto che l’attuale Esecutivo, oltre aver previsto l’istituzione delle pattuglie miste con la Polizia Slovena, (fortemente volute dal SAP) ha di fatto bloccato la chiusura (fortemente osteggiata dal SAP) ormai certa della Sottosezione di Villa Opicina, decisione che trovava conferma dalla progressiva diminuzione di personale messa in atto dal Dipartimento.
Ora è necessario rendere nuovamente “operativa” come un tempo la Sottosezione di Villa Opicina, ridotta ai minimi termini, al fine di poter maggiormente dare risposta sul territorio di una maggiore presenza su strada di personale specializzato nel contrasto dell’immigrazione clandestina.

 

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