E’ calato il silenzio ed è continuata l'indifferenza anche da parte del Ministero su quello che sta accadendo nella cinta confinaria del Carso triestino.

Dopo una settimana di apparente pausa, con pochi sporadici “rintracci” è ripreso nella giornata di ieri, il flusso di migranti provenienti dalla cosiddetta “Rotta Balcanica”.

Le diverse aree del Carso in cui sono stati effettuati i ritrovamenti, documentano come sia complesso arginare questo fenomeno in un territorio con tale conformazione, quanto sia più difficile controllare il “porto di terra” di Trieste, rispetto ai porti di mare teatro dei più noti, ma non più importanti sbarchi.

Nulla è stato fatto durante questa brevissima pausa, più dettata forse da quello che sta accadendo sulle frontiere balcaniche per la questione COVID-19 piuttosto che per un reale blocco degli arrivi.

Si continua a non prendere in considerazione l’invio di uomini della Polizia di Frontiera provenienti da altre città in supporto a chi deve, come è successo in questo ultimo frangente, sorreggere anche tre turni di lavoro consecutivi per portare a termine quanto previsto dalla legge.

Malgrado la situazione sia evidente, lo dicono i numeri dei rintracciati superiori perfino a quelli dell’anno scorso e le notizie che arrivano dai campi di migranti in attesa di partire verso Trieste, non si vuole prendere in considerazione questa problematica in maniera strutturale.

In questo periodo infatti è stato predisposto solo ad un’operazione di facciata come la posa di materiale utile ad assorbire il fango che si formava all’esterno della tenda militare allestita nei pressi della Sottosezione di Polizia di Frontiera di Fernetti.

Inoltre, in questo periodo abbiamo assistito solo all’annuncio dell’arrivo entro il 15 giugno, termine abbondantemente superato, di 40 uomini.

Di questi uomini noi non siamo riusciti avere ancora notizie, nemmeno rassicurazioni in tal senso dai vertici triestini.

E dire che avrebbero fatto comodo poterli utilizzare per tale emergenza, ma ancora una volta si è trattato di uno “spot”, arrivato però in un periodo e in un luogo dove invece, chi ha responsabilità di Governo, dovrebbe dimostrare la sua attenzione con fatti concreti.

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