I segnali di una maggiore attività della “Rotta balcanica” sembrano rafforzarsi e le dimostrazioni di rintracci più corposi in termini di numeri in questi giorni sembrano avvalorare questa tesi.

Non desta poi poca preoccupazione la “crisi” che si sta sviluppando sulla frontiera turco-ellenica, dove centinaia di migliaia di immigrati stanno tentando di sfondare il confine per poi intraprendere il viaggio verso l’Europa.

Nulla conosciamo di queste persone, nulla nemmeno sotto il profilo sanitario oltre che sulla loro identità ed intenzioni.

Oggi c’è un allarme in più: il Covid-19.

Oggi più che mai serve un controllo medico di queste persone, perfette sconosciute.

In questi giorni il Ministero della Sanità e la nostra Amministrazione si sta spendendo moltissimo sull’informazione e sulle disposizioni da mettere in atto sia nella vita comune che in ambito lavorativo dei cittadini che dei dipendenti.

Raccomandazioni puntualmente e continuamente aggiornate.

E’ stato centellinato il materiale messo a disposizione agli operatori di Polizia, perché le scorte appunto sono state inizialmente molto scarse e tuttora non soddisfano le esigenze che la nostra professione richiede.

Sono passati molti giorni ormai dall’inizio di questa emergenza che ora sembra purtroppo aggravarsi, ma le scorte di materiali quali, ad esempio, mascherine dpp3 o occhiali anti schizzo, continuano a essere insufficienti rendendo spesso quasi “colpevole” il loro utilizzo nel caso di dubbi sulla salute delle persone fermate.

L’immagine pubblicata oggi sul quotidiano “Il Piccolo”, che ritrae i colleghi della Polizia Ferroviaria, certifica quanto sia tristemente vera questa situazione.

Ci chiediamo quanto vane possano diventare le giuste indicazioni sulle distanze da mantenere tra le persone, o le modalità dell’accesso nella mensa dei poliziotti, oppure la prevenzione fatta quando si ha il sospetto di un possibile contatto con persone provenienti dalle zone più a rischio, se poi non viene nemmeno effettuato un controllo da parte di nessuno alle persone rintracciate che oltrepassano il confine clandestinamente e che poi saranno liberi di attraversare il nostro Paese. 

E le igienizzazioni degli uffici di polizia e dei mezzi utilizzati?

Qualcosa è stato fatto, grazie a questa emergenza, per aggiungere fondi per le pulizie, troppo poco però e nemmeno sufficiente a soddisfare le richieste che il SAP negli anni precedenti aveva chiesto per gestire l’ordinarietà figuriamoci quindi per la situazione attuale.

Nulla o quasi viene fatto per un’igienizzazione seria, costante degli uffici e degli automezzi.

Senza poi contare che proprio per questo tipo di operazioni, come quello del rintraccio di clandestini, oggi non disponiamo di un luogo veramente idoneo per gestire la situazione anche sotto il profilo sanitario, mettendo quindi a serio rischio anche la salute degli operatori di Polizia.

I fondi per pulizie ed igienizzazioni vanno necessariamente implementati e messi in conto all’emergenza in atto.

Sia chiaro, all’Amministrazione locale non imputiamo nulla, ha fatto quello che era possibile fare con quello che aveva ed ha a disposizione.

Siamo preoccupati perché gli operatori di Polizia patiscono un una situazione di forte sottorganico, a pari del personale medico e dei vigili del fuoco a causa delle politiche sbagliate di questo ultimo decennio e delle conseguenze che esso ha provocato.

Abbiamo il dovere di “proteggere” e “preservare” la salute degli operatori di Polizia così importante nella gestione di un’emergenza simile, ancor più in questa fase; non ci possiamo permettere una “decimazione” derivata dal contagio con il virus.

Il SAP ritiene che debba essere opportuno adottare la massima limitazione dell’accesso di tutti gli uffici aperti al pubblico, limitando al massimo i contatti, consentendo l’ingresso negli uffici di polizia solamente ai cittadini dotati di mascherine di protezione.

Si potrà limitare l’accesso sostituendo il servizio, soprattutto la ricezione degli atti e della documentazione, attraverso portali web e sportelli elettronici.

Serve poi che vengano individuati dei mezzi “dedicati” per il trasporto delle persone e che venga tassativamente poi effettuata un’igienizzazione seria costante.

Il senso del dovere e la consapevolezza della gravità della situazione è molto alto tra i colleghi, ma allo stesso tempo c’è un forte malumore perché ancora una volta si va “sul fronte” senza le necessarie dotazioni.

State a casa lasciate lavorare chi sta, come gli operatori di Polizia, lavorando per la comunità, è il messaggio che vogliamo lanciare, ma allo stesso tempo mettiamo le forze dell’ordine nella condizione di poter fare il proprio lavoro limitando al massimo il rischio che contraggano l’infezione!

Così facendo potranno continuare a dare il contributo di soccorso ed ordine pubblico a cui sono chiamate ad assolvere!

(gbbo)

 

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