«Da ottobre a oggi abbiamo avuto 1.023 manifestazioni legate alla crisi mediorientale, quelle che sono degenerate, in cui ci sono stati degli scontri hanno una percentuale residuale del 3%. L’utilizzo dei manganelli è sempre un fallimento, non solo con i ragazzi, ma se i giovani ricorrono all’utilizzo della violenza e il diritto al contravvenire alle regole per portare avanti le proprie idee, allora significa che c’è qualcosa di rivedere in questo tipo di educazione». Ad affermarlo è Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale del SAP di Trieste, sottolineando che «ci sono situazioni purtroppo dove lo scontro fisico, a lungo cercato da taluni pseudo manifestanti e mediato dalle autorità di P.S. diventa inevitabile. Quando le condotte degenerano è chiaro che ci sia un’opposizione legittima da parte delle forze dell’ordine. Situazioni queste che le forze di polizia non vogliono mai, che determinano ogni giorno molti feriti nelle proprie file».

«Ci sono delle regole – ha aggiunto Tamaro – delle leggi da osservare in ordine pubblico, che spesso vengono disattese e volutamente violate dai manifestanti. La libertà di espressione significa violare la legge? Si può giustificare la violazione delle leggi? In un Paese civile normato da leggi la democrazia passa per il rispetto delle regole, altrimenti è anarchia. Non è sinonimo di autoritarismo ma di autorevolezza di uno Stato il rispetto delle leggi e di chi rappresenta lo Stato, chi ad esempio indossa una divisa a difesa dello Stato stesso. Le forze dell’ordine non hanno colore politico e sono al servizio di tutti i cittadini, ma non per questo devono essere vittime sacrificali e sacrificabili da chi compie atti fuori dalla legge. Chi strumentalizza quanto accaduto a Firenze e Pisa, dove la manifestazione non era autorizzata, lo fa a fini politici».

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