BENE IL PROTOCOLLO A TUTELA DELLE FORZE DI POLIZIA: ACCOLTE LE RICHIESTE DEL SAP
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Accogliamo con soddisfazione l’annuncio dell’istituzione di un gruppo di lavoro tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Prefettura di Trieste, il sistema sanitario e le organizzazioni di volontariato, per “attivare un percorso che preveda l'assistenza costante di operatori della sanità in affiancamento alle Forze di Polizia a valle delle operazioni di rintraccio delle persone che intendono raggiungere in maniera irregolare il Friuli Venezia Giulia".
E’ quanto il SAP, il primo sindacato di Polizia nella Regione F.V.G., aveva chiesto già dal 2014, senza però ottenere in questi anni risposte concrete dalle Istituzioni.
Nell’incontro del 27 agosto 2018 con l’Assessore Regionale alla Sicurezza Pierpaolo ROBERTI, il Segretario Regionale del SAP Olivo COMELLI ed il Segretario Provinciale del SAP Lorenzo TAMARO avevano rappresentato oltre alla necessità di un rinforzo di uomini, nell’attesa che l’organico diventi “strutturale”, anche l’esigenza di ambienti lavorativi idonei ad accogliere gruppi così numerosi di persone, mezzi adatti, protocolli di riammissione più snelli e l’istituzione di pattuglie miste con la polizia slovena, decise proprio in questi giorni e che dovrebbero essere operative a breve.
In quell’incontro il SAP si era a lungo soffermato proprio sulla questione sanitaria e sulla necessità di verificare da parte di personale medico specializzato e in condizioni di sicurezza, lo stato di salute delle persone “rintracciate”, al fine di tutelare in primis gli operatori di polizia preposti ai controlli e tutti coloro che poi concorrono nelle fasi di primo intervento; ma anche i migranti stessi, spesso bisognosi di cure dopo un lungo e spesso impervio viaggio.
Il SAP aveva ed ha continuato a chiedere anche in questi giorni proprio dei protocolli sanitari, ponendo l’attenzione dell’immigrazione terrestre pari a quella messa in atto nelle operazioni di sbarco nei porti del sud Italia.
Dopo l’istituzione delle pattuglie miste italo-slovene il SAP valuta positiva questa “attenzione” sanitaria; un ottimo risultato che fa ben sperare per il futuro in un reale cambiamento rispetto al passato nella gestione del fenomeno immigrazione che interessa questo territorio e che per troppo e lungo tempo è stato abbandonato.
IL SAP IN VISITA AL “MAGAZZINO 18”
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Grazie alla disponibilità dell’I.R.C.I. - Istituto Regionale per La Cultura Istriana, il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) di Trieste ha organizzato per i propri associati ed i pensionati del SAP una visita guidata al “Magazzino 18”.
Presente anche una delegazione del’I.P.A. (International Police Association) di Monfalcone.
E’ stato possibile rivivere attraverso il racconto puntuale ed emozionante del Direttore dell'I.R.C.I. Piero Delbello e della signora Fiore FILIPAZ, il dramma dell’esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra.
Il racconto e la vista delle masserizie e degli oggetti personali prima accatastati e poi definitivamente abbandonati, oggi raccolti nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, hanno trasmesso forti emozioni agli intervenuti.
emergenza immigrazione non si puo' rimandare
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Non si puo' più rimandare, non si puo' più aspettare.
PATTUGLIE MISTE - un passo avanti targato SAP
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Accogliamo con soddisfazione le dichiarazioni del Governatore Massimiliano Fedriga, finalmente la presa di posizione che ci aspettavamo, come avevamo chiesto da qualche tempo partono dal 1 luglio le pattuglie miste con i colleghi Sloveni.
Questa soluzione, permetterà di eseguire i controlli anche in territorio sloveno e quindi poter bloccare direttamente i migranti prima che facciano ingresso nel territorio nazionale.
Questo sancisce un riconoscimento da parte degli sloveni che esiste una emergenza immigrazione e la ripresa dei flussi della rotta balcanica, tanto per non farci mancare nulla, anche oggi, ma stavolta a Gorizia, sono stati rintracciati altri 80 migranti.
L’analisi del Governatore fa pienamente luce sul problema che va risolto anche e soprattutto a livello Comunitario, chiamando in causa anche il Governo Croato, devono esserci le giuste sinergie altrimenti la soluzione all’emergenza sarà difficile da risolvere solo con le nostre forze, la minaccia della sospensione del trattato di Schengen è la giusta direzione che il Governo potrà adottare se gli altri continueranno a fare “orecchie da mercante”.
Siamo consapevoli che questo deve essere solo il primo passo, perché l’aumento dei servizi deve coincidere anche con l’aumento del personale che lo svolgerà, perciò ci attendiamo che anche il Dipartimento della PS faccia il suo dovere e aggreghi al più presto sul confine italo sloveno il personale che serve.
UOMINI ED UFFICI PER GESTIRE I CORPOSI RINTRACCI DI CLANDESTINI
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SERVONO RINFORZI DI UOMINI MA ANCHE UFFICI PIU’
GRANDI PER ACCOGLIERE I MIGRANTI IRREGOLARI:
RESTITUIAMO L’EX CASERMA DELLA FINANZA ALLE FORZE DELL’ORDINE
L’emergenza clandestini e i quotidiani e corposi rintracci di migranti irregolari, sono oggi sotto gli occhi di tutti.
La stagione estiva poi potrà favorire un aumento ancor maggiore di arrivi.
Tale situazione riporta in evidenza la necessità di un rinforzo di uomini, provenienti da altre provincie per supportare i “territoriali” che faticano a contenere una simile situazione.
C’è poi un’altra richiesta che il SAP avanza da tempo: un posto con spazi adeguati dove poter svolgere le operazioni di identificazione e la trattazione degli atti previsti per la legge nei confronti degli immigrati che hanno fatto ingresso clandestinamente e che sono stati rintracciati sul nostro territorio.
Lo abbiamo chiesto più volte e da più di un anno sia ai Dirigenti della Polizia di Frontiera che pubblicamente.
Abbiamo proposto con cognizione di causa che sarebbe opportuno per più motivazioni che la ex Caserma della Guardia di Finanza di Fernetti oggi “Casa Malala” venga restituita alle forze dell’ordine e assegnata alla Polizia di Frontiera di Fernetti.
Oggi il personale della Sottosezione di Fernetti opera in una sede che per le esigenze che si sono determinate a causa della “Rotta balcanica” e dei sempre maggiori e quotidiani “rintracci” sono ormai inadeguate, anche per le persone accolte.
Non ci sono locali adatti in termini di ampiezza a contenere tante persone e di conseguenza anche la sicurezza dell’operatore viene messa in discussione.
L’odierna casa Malala, oggi adibita a casa di accoglienza, garantirebbe un’ottima soluzione a questa problematica, perché la posizione a ridosso del confine agevolerebbe inoltre le pratiche di riamissione e garantirebbe le pratiche di Polizia in sicurezza.