PASQUALE ROTTA “MI BATTERO’ PER AVERE GIUSTIZIA”
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Inaccettabile per Pasquale Rotta, padre dell’Agente ucciso a Trieste Pierluigi Rotta, l’ipotesi che il dominicano, possa essere considerato, in base all’ultima perizia richiesta, incapace di intendere e quindi che possa risultare non imputabile saltando a piè pari il processo. Per l’ex Sovrintendente di Polizia, in pensione da 6 anni, non ci sono dubbi. L’intenzionalità c’era ed è stata palesata dal video che tutta Italia ha potuto visionare.
Ci è sembrato opportuno dargli voce perché questa richiesta di giustizia arrivi il più lontano possibile. Una voce rotta dall’emozione, ma che ci racconta con lucidità e fermezza l’uomo, l’agente e ciò che spera accada.
“Qui bisogna che intervenga lo Stato per dire “lo Stato c’è davanti alle ingiustizie”, difendendo i suoi uomini nel momento in cui non solo perdono la vita ma la perdono compiendo il loro dovere. Il signor Rotta è un fiume in piena e senza filtri ha raccontato del rapporto con suo figlio e di come sta vivendo questa fase processuale.
QUANDO LA PAROLA “GIUSTIZIA” SI SVUOTA DI CONTENUTI
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Il SAP oggi era presente all’udienza per il processo all’autore dell’orrendo omicidio dei poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. In aula il Segretario Provinciale di Trieste Lorenzo Tamaro ed il Segretario Aggiunto di Trieste Simon Carfi. Inoltre presenti anche il SAP di Udine con Nicola Tioni, quello di Gorizia con Pino Flavio, quello di Tarvisio con Michele Montagnese, tutti giunti a Trieste per rappresentare lo sdegno e la contrarietà dell’intero Paese e della Regione F.V.G. su quanto sta accadendo. Il SAP è stato presente a tutte le udienze, alcune volte in solitaria. Oggi, come in quelle precedenti, la presenza del SAP in Tribunale è stata composta, silenziosa, ma altrettanto assordante. Ci siamo astenuti, per rispetto verso la Magistratura, alle manifestazioni di piazza, quelle con le nostre bandiere ed i nostri simboli. Permane in noi la ferma determinazione che quanto potrebbe essere deciso, potrebbe non soddisfare chi rappresenta gli operatori di Polizia, le famiglie delle vittime, la città di Trieste e tantomeno il resto d’Italia. Tutti abbiamo ben chiare le immagini di Stephan Meran che con determinazione, scaltrezza e lucidità, dopo aver ucciso i due agenti, guadagnava l’uscita della Questura sparando contro altri poliziotti, cercando di rubare un’autovettura della Polizia, sparare ancora contro altri agenti, quelli della Squadra Mobile e dell’Upgsp, per poi venire da loro neutralizzato. Lo ripetiamo fino allo sfinimento: non vogliamo assolutamente vendetta, ma giustizia si! La pretendiamo! Vogliamo la stessa giustizia, quella chiesta a gran voce dai massimi vertici della Polizia e non solo, più volte, anche nelle cerimonie ufficiali. Giustizia, quella che un fatto così grave, come quello accaduto quel maledetto 4 ottobre, impone in maniera assoluta, senza attenuanti e scusanti. Il rispetto dei nostri caduti e di quelli “sopravvissuti”, oltre che delle famiglie e di tutta la brava gente, passa anche sulla credibilità della parola “giustizia”, che deve essere un valore e non una parola vuota di contenuti da pronunciare su qualche palco di qualche commemorazione o cerimonia. La giustizia per Pierluigi Rotta e Matteo Demenego non può essere relegata ad un omaggio floreale, a delle lacrime versate oppure a belle, toccanti, quanto inutili parole. Il SAP sarà vicino alle famiglie delle vittime non solo moralmente, ma fattivamente durante tutto il percorso giudiziario. Va fatta giustizia e noi lotteremo per ottenerla.
Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale del SAP, ospite del Talk Show di Telequattro 08.03.22
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A chi ha mille risorse,
a chi combatte i piccoli e grandi ostacoli della vita,
a chi è in difficoltà,
a chi riesce a trovare la forza di sistemare quel che non va,
alle nostre colleghe,
a chi affronta ogni giorno nuove sfide
e per questo sa che non deve mollare mai,
a chi ha sacrificato la propria vita per gli altri,
a chi sa rendere speciale ogni giorno.
Grazie!