RIAMMISSIONI MIGRANTI, TAMARO (SAP TRIESTE): UN ACCORDO CHE VA MIGLIORATO PER RENDERLO POSSIBILE ED EFFICACE
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Sull’incontro avvenuto tra il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Ministro sloveno degli Esteri Tanja Fajon è intervenuto, con una nota, il Segretario del SAP di Trieste Lorenzo Tamaro: «Accogliamo con favore l’intenzione trapelata dall’incontro che si è svolto a Brdo, vicino Lubiana, tra il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il vice primo ministro e ministro sloveno degli Esteri Tanja Fajon, di rafforzare la collaborazione tra Italia e Slovenia sulla questione sicurezza e migranti. La cooperazione tra Stati e lo scambio di informazioni tra le Polizie è fondamentale nella lotta contro il traffico di esseri umani, droga ed armi. Bene anche l’intenzione di portare avanti attività congiunte di Polizia. Di rilevante importanza la questione riammissioni. L’intenzione di applicare l’accordo riammissione è fondamentale per poter contrastare con più incisività le organizzazioni criminali che ogni giorno si arricchiscono sulle spalle dei migranti. Affinché le riammissioni possano risultare efficaci sarà però necessario stabilire protocolli chiari affinché queste possano essere messe in atto e possano produrre un risultato positivo. Un accordo che va quindi migliorato e adeguato alle necessità del tempo. Fondamentale poi la cooperazione con gli altri Paesi dei Balcani occidentali al fine di poter dare delle risposte concrete nell’ambito dell’immigrazione clandestina. L’immigrazione clandestina è un problema europeo e non va lasciato al singolo Stato. Va affrontato assieme congiuntamente, chiudendo la porta all’irregolarità direttamente ai Paesi, frontiere esterne, che non aderiscono al trattato di Schengen. Di fondamentale importanza sarà poi aumentare e stringere accordi sempre più solidi anche con la Croazia al fine di creare un unico fronte comune».
TAMARO (SAP TRIESTE) A TELE QUATTRO: LA CARENZA DI ORGANICO È UNA VERA EMERGENZA IN TUTTA ITALIA
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“Oggi sicuramente la vera emergenza è la mancanza di personale, di organico” ed è necessario “un ricambio generazionale, quindi, che ci siano più assunzioni di giovani”. Lo ha detto il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, intervistato da Tele Quattro. “Ovviamente i tempi stanno cambiando – ha ricordato Tamaro – e abbiamo bisogno di giovani che portino anche la loro mentalità al passo con i tempi. Va benissimo l’esperienza dei cosiddetti ‘vecchi'”, ma oggi servono anche i giovani.
Il problema della carenza di organico, ha precisato il Segretario provinciale, non riguarda solo la città di Trieste, ma ogni provincia d’Italia.
ALLARME SICUREZZA, TAMARO (SAP TRIESTE): SONO ANNI CHE DICIAMO COSA SERVE ALLE FORZE DELL’ORDINE
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Dopo l’allarme sicurezza emerso a Trieste a causa dell’aumento della criminalità, il Segretario provinciale del Sap Lorenzo Tamaro torna alla carica rimarcando come da anni vengano lanciati appelli su cosa serva alle forze dell’ordine per lavorare al meglio.
«Servono forze nuove, servono giovani dove c’è carenza di organico, servono delle norme che siano efficaci per agevolare i compiti di polizia e serve anche uno snellimento delle pratiche cosicché la polizia possa essere più efficiente. Trieste è una realtà come tante altre in Italia, già nel 2015 denunciavamo le problematiche delle forze dell’ordine e quindi la carenza di organico e le norme poco incisive sul discorso sicurezza» queste le parole di Segretario del SAP.
OMICIDIO ROTTA E DEMENEGO, TAMARO (SAP TRIESTE): 5 ANNI DOPO LA TRAGEDIA, POCO O NULLA È CAMBIATO
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Sono passati cinque anni da quel 4 ottobre 2019 in cui gli agenti della Polizia di Stato Pierluigi Rotta e Matteo Demenego in servizio presso la Questura di Trieste vennero brutalmente uccisi da Alejandro Augusto Meran, assolto in Cassazione lo scorso febbraio per vizio totale di mente.
Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, ha espresso il suo rammarico per l’esito giudiziario della vicenda: «La Corte di Cassazione lo scorso febbraio, ha confermato l’assoluzione di Meran. Una sentenza che, oltre a non essere “compresa” da nessuno, non ha portato nemmeno alla discussione, se non appena accennata, sul fatto che la parola “assoluzione” nei confronti di un pluriomicida determina una falla nel sistema giustizia. La ferita è ancora aperta, profonda, difficile da poter sanare perché la sensazione è che dopo cinque anni da quel terribile pomeriggio del 4 ottobre 2019, poco o quasi nulla è cambiato. Una ferita, quella dell’uccisone di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, che rischia di riacutizzarsi nuovamente nel caso il responsabile del duplice omicidio venisse trasferito dalla residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Santa Maria Calice al Cornoviglio, vicino a La Spezia a quella di Aurisina (TS).».
E ancora: «Quanto accaduto quel pomeriggio di ottobre ha messo in evidenza tante carenze, alcune solo in parte sanate che riguardano i nostri equipaggiamenti, le nostre strutture, mentre non si è mai discusso di poter cambiare, ovviamente in ambito normativo e quindi nella pratica con dei protocolli. Un fatto così tragico dovrebbe aver insegnato qualcosa, ma la percezione è che al di là delle lacrime non ci sia rimasto nulla».
TRIESTE 15ᵃ NELLA CLASSIFICA SULL’INDICE DELLA CRIMINALITÀ, TAMARO (SAP): NEL 2015 CI AVEVAMO VISTO GIUSTO
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A seguito della pubblicazione della classifica sull’indice delle criminalità redatta da ‘il Sole 24 ore’ che vede la città di Trieste posizionarsi al 15°posto su base nazionale, è intervenuto il Segretario provinciale del SAP, Lorenzo Tamaro sottolineando come nel 2015 durante il consiglio comunale straordinario su immigrazione e sicurezza il SAP, dopo aver illustrato le criticità sull’argomento, fu accusato di essere ‘surreale’ quando, invece, aveva visto giusto: «È un dato veramente negativo. Violenze sessuali, truffe e frodi informatiche, estorsioni, traffico di droga, rapine, sfruttamento della prostituzione: è lo specchio di quanto accade sulle nostre strade. Aggressioni sui bus, sui treni all’ospedale e ancora accoltellamenti, risse, baby gang ecc., sono realtà con le quali le forze dell’ordine, oggi poche e vecchie, sono chiamate a fare i conti non solo a Trieste, ma in tutte le città d’Italia. Oggi viviamo gli effetti di politiche spesso ideologiche, responsabili di un miope e colpevole permissivismo nei confronti di una criminalità alimentata soprattutto da un’immigrazione clandestina, indiscriminata e fuorilegge. Il 19 ottobre 2015, durante il consiglio comunale straordinario su immigrazione e sicurezza, il Sap, dopo aver illustrato le criticità sull’argomento, fu accusato di essere “surreale” quando, invece, aveva visto giusto. La stragrande maggioranza dei reati oggi vengono commessi da stranieri, spesso irregolari e le percentuali, elevate, di stranieri che costituiscono la popolazione carceraria sono più che eloquenti».
Infine conclude Tamaro: «Serve sburocratizzare e snellire gli atti e i controlli di polizia in modo da velocizzare la loro azione. Spesso si sente parlare di “sicurezza percepita”, ma i cittadini chiedono quella reale e per ottenere ciò serve che chi delinque, dopo esser stato assicurato alla giustizia, sconti la pena prevista dalla legge».